Stretta la foglia, larga la via

 

Il Loghino Sabbioni è una tipica corte della Bassa Padana, nel territorio che quasi mille anni fa era sotto il dominio di Matilde di Canossa. Ampliata e ristrutturata negli anni, il rogito in nostro possesso certifica l’acquisto da parte di Leandro Romitti nel 1919. Sul rogito la corte viene denominata ‘Sabbioni’ presumibilmente in riferimento alle aste di sabbia presenti lungo il fiume Po il cui corso nel passato era diverso da quello attuale.

La completa ristrutturazione della casa e dell’antico fienile è avvenuta nel pieno rispetto dell’architettura rurale del Basso Mantovano-Reggiano. L’interno della casa mostra uno stile rustico e un arredamento attento al recupero di mobili e masserizie quasi dimenticati.

Il vecchio numero civico fino agli anni 60

 

Il primo numero civico in uso fino agli anni sessanta, assegnato dal Comune, poi cambiato in 41 e infine al 31 attuale. Tenuto per ricordo, prodotto in porcellana.

Finis” dal sostantivo latino masc. e femm. III declinazione, fine; ma anche: confine, proprietà, termine e scopo. Presumibilmente scritto con un dito prima della cottura nei fornini, piccoli forni con cui in campagna ognuno si produceva le pietre per le case, di forma spesso irregolare e dimensioni diverse da pietra a pietra. Non sapremo mai il nome dell’ignoto autore del gesto, ma sappiamo che era consetudine lasciare un sengo che indicasse l’ultima pietra posata nella costruzione dell’edificio a volte accompagnata anche dalla data.

Tutti i pioppi per ben vegetare hanno bisogno di terreno fertile e areato, ben soleggiato, e sono piante colonizzatrici che lasciano poi il posto ad alte specie. Certe volte il loro comportamento è arbustivo ma raggiungo anche i trenta metri di altezza e oltre un metro di diametro. Nel pioppo bianco la chioma è arrotondata, nel nero a piramide con grossi rami, nel cipressino alta e affusolata, nel tremulo globosa. […] Governato a capitozzo, dopo i vent’anni, rendeva ogni anno una o due fascine di legna per fusto; si usava anche sbroccarli, ossia levare le foglie dai rami più bassi che si tagliavano da sotto in su ogni tre o quattro anni, al fine di avere cibo invernale per gli animali <<con i corni>>. Le gemme del pioppo nero si usavano in medicina per ricavare un unguento balsamico e cicatrizzante chiamato ‘populeo’ e la corteccia, come quella del salice, è ricca di tannino e di salicilina. Secondo sant’Isidoro il nome deriva da ‘populus’ perché una volta tagliato pullula numeroso dal ceppo a guisa di popolo. Orazio dice che i pioppi, ‘arbores insignes’, si piantano ai limiti delle proprietà; così la presenza del pioppo ‘certis limitibus vicina refugit iurgia’ (Epist.II, 170, 171), determinando il confine evita le contese con i vicini.

Estratto da “Arboreto salvatico” di Mario Rigoni Stern

Con la cultura non si mangia a quanto pare, però si può educare a cucinare. Di seguito un piccolo estratto del libro “di Ricette e di Ricordi” da noi pubblicato, acquistabile presso la nostra struttura.

LA MOSTARDA

Preparazione tipica delle nostre zone, d’inverno di domenica era d’obbligo con il lesso.Per prepararla si usano le mele, perché si, è frutta, cotta nello zucchero e poi resa piccante dall’aggiunta di gocce di senape. Le mele usate erano le “ campanine “. Una varietà di mele quasi scomparsa nelle nostre zone, anche se ora pare se ne riprenda la coltivazione. Sono mele piccole, sode, che maturano tardi, un poco asprigne e che si conservano per tutto l’inverno. Adatte giustamente per la preparazione della mostarda oppure si cuociono in forno e se si possiede ancora una stufa a legna ancora meglio. Mia mamma non la preparava, aveva già molto da fare con la famiglia numerosa, mia suocera si. Era una mostarda molto piccante, ma buona. Però, quando ero giovane io, la mostarda, finito l’inverno non veniva più consumata, quindi non se ne preparava molta. Giusto per il periodo invernate ed il Natale. Ora tutti i momenti dell’anno sono buoni per gustarla e poi adesso se ne prepara con l’uso di frutti diversi, ad esempio : ciliegie, albicocche, susine, pere,fichi ed anche di più. L’importante che i frutti siano piccoli ed ancora molto sodi.